Reciprocità
Fa molto discutere la mossa del governo francese contro il piano di espansione dell'Enel in direzione Suez-Electrabel. Il gruppo italiano si è trovato davanti, a sorpresa, un pesante "catenaccio nazionalista". Cosa centra tutto questo con il sistema creditizio? E' evidente: da noi per un catenaccio simile nel mercato bancario il governatore Fazio ha perso il suo posto alla Banca d'Italia tra mille polemiche, mentre in terra transalpina la difesa dell'interesse nazionale nel settore energetico è come se valesse una medaglia al merito. I francesi sono superliberisti all'estero, quando ad esempio Bnp Paribas deve annettere la romana Bnl, ma diventano immediatamente e inesorabilmente superprotezionisti quando in gioco, a rischio d'Opa, ci sono i colossi di casa loro. Su questo in Italia bisognerebbe cominciare a riflettere in modo serio. Non si può in modo molto naif correre incontro all'integrazione continentale senza alcuna riserva e polverizzando di colpo l'idea dell'interesse nazionale quando altri invece vedono di fatto l'Europa in modo strumentale e economicamente opportunista. Una giusta reciprocità deve esistere, anche e specialmente per quanto riguarda lo strategico mondo delle banche. Il nostro sistema creditizio non può trasformarsi in un terreno di caccia per grossi gruppi di nazioni estere dove la concentrazione ha già portato a dimensioni medie molto più pesanti, come appunto in Francia o in Spagna, se poi le stesse regole e le stesse opportunità non valgono nella pratica pure per le aziende italiane, di qualsiasi comparto. Pretendere questo non vuol dire essere "vetero-nazionalisti" ma semplicemente realisticamente responsabili.