COMPENSAZIONI

Alla fine si è optato per Cariparma, questa la "compensazione" per il Credit Agricole. Non c'è che dire, ai francesi va molto bene davvero. Meglio di così non potevano chiuderla questa partita.

SPAGNOLI INQUIETI

"A me non risulta": Alfonso Iozzo, amministratore delegato del Sanpaolo, "spegne" i rumors che parlano di possibili tensioni [dopo il matrimonio con Banca Intesa] tra Torino e i soci spagnoli del Banco Santander.

DOSSIER BPI

Ancora rumors sulla possibilità che Lodi non si accasi. Gronchi si fa desiderare non poco!

EURIZON, QUALE FUTURO? [2]

[Seguito del precedente post sullo stesso argomento] Eccola [quasi in tempo reale!] la presa di posizione di Torino: il Sanpaolo Imi smentisce "seccamente" l'ipotesi di una cessione di Eurizon. "Notizie totalemte prive di fondamento": questo dice una nota emessa.

LE VIE DI GERONZI

Ok, Cesare Geronzi non vuole finire ad essere la semplice filiale italiana del gruppo olandese Abn Amro. Posizione umanamente comprensibile. Però, dopo il cambiamento di contesto innescato dalla Santa Intesa firmata Bazoli, in verità non è che si può andare ancora per molto per il sottile. Una mossa va fatta e nel panorama del Risiko italiano non restano poi così tante pedine e opportunità. Non ci si vuole trasformare in ufficio locale di un gruppo estero? Allora resta la via che porta a Siena. Ma pure all'Mps l'orgoglio è tanto e la voglia di piegare la testa praticamente nulla. Alla fine le possibili vie di sviluppo per Geronzi potrebbero essere poche e non entusiasmanti.

EURIZON, QUALE FUTURO?

Subito dopo l'operazione Intesa-Sanpaolo tra le altre cose ci si è subito chiesto che fine avrebbe fatto il progetto di Eurizon, ovvero quello del polo del risparmio gestito del Sanpaolo al quale lavora l'ex Ras Mario Greco. Da una parte c'è stato chi ha fatto notare che forse nel nuovo scenario il progetto perdeva un po' di senso, o doveva trovarne di nuovo, dall'altra da Torino hanno prontamente detto che tutto andava avanti regolarmente, piano di quotazione in Borsa compreso. Ora ci sono nuovi rumors. Il Sanpaolo starebbe studiando la possibilità di vendere Eurizon, proprio come alternativa alla quotazione. L'indiscrezione arriva da Repubblica. Che butta li' già anche il nome di un possibile acquirente: il fondo di private equity Blackstone. Ma la situazione è ancora aperta, e lo dice la stessa Repubblica. Si aspetta a questo punto una nuova presa di posizione da Torino.

PUNTI DI VISTA

Per Bazoli la "Santa Intesa" sarà pure l'operazione che corona una lunga carriera [come ha detto lui], ma per tanti bancari la fusione Intesa-Sanpaolo Imi significherà alla fine l'addio al proprio posto di lavoro. Si è già iniziato infatti a parlare di esuberi. "Alcune migliaia", così avrebbero spiegato Passera e Iozzo ai sindacati. Sì, meno dei quindicimila che si era già paventato, ma comunque tanti posti. Gli esuberi dovrebbero riguardare in modo particolare le strutture delle direzioni centrali e il personale dei centri di elaborazione dati.

IL RISIKO DEL VERBANO

Alla Banca Popolare di Intra non hanno ancora preso in esame le offerte arrivate dalla Banca Popolare di Vicenza, dal Credito Valtellinese e dal gruppo Veneto Banca. Si parla ovviamente delle proposte per la possibile aggregazione. Saranno esaminate entro il 30 settembre, in una apposita riunione del consiglio. Sta ancora lavorando anche l'advisor Mediobanca.

LODI STAND-ALONE?

Per Divo Gronchi la ex Popolare di Lodi non deve accasarsi a tutti i costi. Insomma quella del matrimonio è una possibilità, non un obiettivo forzato. Se c'è una buona proposta ci saranno nozze, altrimenti la Bpi può continuare a rimanere ancora single. A farsi desiderare. Questo è il "Gronghi-pensiero". E ha obiettivamente un suo senso. In Borsa però una posizione di questo tipo, ovvero il rilancio di una possibile prospettiva stand-alone, tende a trasformarsi in una gelata che spegne la solita ardente speculazione da Risiko. Non si può avere tutto. E' questione di trade-off.

MISSION FOR BAZOLI?

Un tornado. Proprio così, un tornado. La storiaccia Telecom in pochi giorni sembra avere travolto gli equilibri di un fronte politico-finanziario largo. Equilibri complessi costruiti nel tempo. Equilibri che in Italia sono serviti ad esempio per arrivare a partorire cose come la "Santa Intesa". Il Corriere che pubblica il piano del consigliere prodiano Rovati è stato uno degli evidenti segni del tornado. Ora c'è il campo su cui tutto si è abbattutto. Ci sono le rotture e le incomprensioni. O si brucia tutto definitivamente o certi centri di interesse tenteranno di tornare a tessere. Forse tra i pochi tessitori possibili c'è lui, il navigato presidente di Intesa. Il banchiere "bianco-ulivista" da sempre vicino anche alla tronchettiana avventura in Telecom. Se cercheranno di salvare il salvabile forse davvero è questo il collegamento da cui ripartire. In ogni caso non sarà una "mission" di poco conto. Dopo la guerra, la diplomazia.

LEONE IN EQUILIBRIO

Quale futuro per il Leone triestino nel nuovo scenario, quello caratterizzato dalla presenza [ingombrante?] della bazoliana "Santa Intesa"? La questione è calda. E centrale nello sviluppo del Risiko bancario e finanziario nazionale. Vincent Bolloré, l'alfiere dei soci francesi nel consiglio di amministrazione di Mediobanca, manda il suo messaggio: va bene l'asse Intesa-Sanpaolo ma gli interessi del gruppo Generali devono essere salvaguardati. In particolare nel mercato [ricco] del "bancassurance". I franchi-finanzieri dettano le loro condizioni: piazzetta Cuccia deve restare indipendente e deve restare azionista di riferimento di Generali. Come dire: occhio a non pensare di toccare certi equilibri, costruiti in modo non semplice nel tempo. Quello Milano-Trieste è un sentiero davvero delicato. Lì si incrociano nodi e interessi diversi. Normale che, dopo l'operazione Intesa-Sanpaolo, ognuno cerchi di far sentire il proprio peso. Il Leone da tanto tempo fa gola, ma attenzione a toccarlo: si possono rischiare indesiderate conseguenze.

LODIGIANI CORTEGGIATISSIMI

Bpu propone alla Banca Popolare Italiana una aggregazione basata sostanzialmente su un modello federativo. Con una capogruppo responsabile delle strategie generali e del controllo, ma anche con meccanismi in grado di salvaguardare i marchi e il radicamento storico sul territorio. Su un altro versante Fabio Innocenzi, amministratore delegato della Banca Popolare di Verona e Novara, in una intervista al Sole dice: "Le alleanze si costruiscono insieme al partner. Non abbiamo ricette precostituite. L'importante è garantire efficacia industriale e salvaguardia dell'identita' dei territori. Alla Banca Popolare Italiana ci presentiamo con una proposta aperta senza vincoli sulla governance o su altro. Pensiamo a una casa comune, da costruire insieme". La ex Popolare di Lodi fa gola, la partita è ormai nel vivo, ognuno cerca di corteggiare al meglio la ambita preda.

MEGLIO MPS DI CAPITALIA?

C'è da ragionarci su questa valutazione fatta dal Credit Suisse. Gli analisti finanziari del gruppo elvetico hanno deciso infatti di alzare il loro target price per il titolo di Capitalia (da 6,70 a 7 euro), ma allo stesso tempo propendono per uno "switch" sul Monte dei Paschi di Siena, per il quale resta una chiara raccomandazione "outperform".

IL LEONE SMENTISCE

Attenzione alle news di oggi perchè le Generali di Trieste hanno già smentito le ipotesi di stampa che parlano di nuovi possibili investimenti in Intesa-Sanpaolo fino a 700 milioni di euro. Proprio queste ipotesi sono state definite dalla compagnia del Leone "totalmente destituite di fondamento". Attualmente le Generali hanno in portafoglio il 7,5% di Intesa e il 2,5% del Sanpaolo Imi. Nella "Santa Intesa" il Leone dovrebbe avere una quota vicina al 5%.

PAELLA AMARA?

Torniamo ancora alla "Santa Intesa". Se [come già detto] i francesi del Credit Agricole hanno la presa stretta sulla nuova creatura, a sentire voci e ipotesi in giro sembra sempre più davvero diversa la situazione per gli spagnoli del Banco Santander [storici soci del Sanpaolo]. Serpeggia il malcontento? Lo scenario lombardo-piemontese potrebbe essere ancora in parte "fluido".

C'E' POSTA PER INTESA? [2]

Seguito del precedente post [vedere più in basso]. Aggiornamento: pare [ultimi rumors] che effettivamente sia stato deciso di procedere con la registrazione.

IL DNA "IBRIDO"

"Siamo azionisti fedeli di Intesa, abbiamo una quota di rilievo": così ha detto oggi Carron, presidente del Credit Agricole. Che vuol dire che i francesi nel polo Intesa-Sanpaolo ci sono e hanno tutta l'intenzione di farsi sentire. Il messaggio è stato già più volte ribadito e questa è l'ennesima sottolineatura. A Milano e Torino nessuno può pertanto pensare di non dover rendere conto ai soci transalpini. Forse su questo non ha abbastanza riflettuto la stampa italiana, che, subito dopo l'annuncio della nascita della cosiddetta "Santa Intesa", è corsa a celebrare il nuovo colosso nazionale del settore del credito. Intesa-Sanpaolo ha "Dna" italiano, e questo è indubbio, ma i "cromosomi" francesi ci sono e non andrebbero affatto sottovalutati.

C'E' POSTA PER INTESA?

Dopo il logorante stallo della vicenda Capitalia, Bazoli si è preso davvero una bella rivincita con l'operazione Sanpaolo ed ora è più carico che mai. "Rumors" provenienti da Intesa dicono che questa settimana potrebbe mandare un bel video-messaggio a tutti i dipendenti del gruppo utilizzando la rete della corporate tv interna. Tema ovviamente la "Santa Intesa".

RISIKO LOMBARDO

Borsisticamente parlando per quanto riguarda il Risiko bancario la nuova settimana si apre decisamente all'insegna della Banca Lombarda. La speculazione è scattata dopo le ultime ipotesi e indiscrezioni di stampa. E' stato scritto di possibili acquisti da parte del Credit Agricole o del Banco di Bilbao. E "Finanza e Mercati" ha tracciato un quadro che potrebbe portare a una "scalata ostile". Tutta l'attenzione quindi è finita in apertura di mercato in questa direzione.

IL BLOG RIAPRE

Ci siamo presi una sostanziosa pausa [!] ma adesso eccoci di nuovo collegati. I temi di certo non mancano con questo Risiko bancario che è ripartito a razzo in scia alle nozze Sanpaolo-Intesa. C'è la vicenda Bpi, caldissima, con una short-list di "pretenders" che ora vede quattro nominativi ma che presto potrebbe ridursi già a due. C'è di nuovo il dossier Capitalia, che è sembrato raffreddarsi per qualche giorno ma che invece con le ultime dichiarazioni olandesi torna a surriscaldarsi. C'è Intra. Ci sono in generale le Popolari. E c'è la storia dell'arbitrato Sanpaolo per la quota di Carifirenze. Davvero come detto i temi non mancano. Da qui a Natale nel mondo bancario potrebbero succederne delle belle. Noi cercheremo di raccontarvele al meglio!